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Betwixt and between : la liminalità nelle nuove forme di lavoro

2020 - Franco Angeli

38-66 p.

  • La liminalità, intesa come transizione da uno stato o ruolo pregresso a uno futuro, rappresenta una lente di interpretazione di crescente rilevanza dei fenomeni organizzativi. Originariamente formulata nell'ambito dell'antropologia, la liminalità è contraddistinta, nell'elaborazione di Victor Turner, da alcuni elementi: la presenza di riti, cerimonie e simboli che accompagnano il passaggio, marcandone inizio e fine; una mutata percezione di spazio e tempo rispetto al passato e a coloro che non vivono un'esperienza simile; la costruzione di legami forti, riconducibili alla formazione di una comunità, tra individui che condividono la medesima esperienza; un'articolazione di ruoli, norme e routine che differiscono da quelli prevalenti nei contesti regolari e che danno luogo a un'anti-struttura; un processo di revisione di identità personale e sociale.
  • La trasformazione in atto dei processi di lavoro ha reso la liminalità un costrutto atto a interpretare vari contesti nei quali gli individui si sentono sospesi tra più organizzazioni o ruoli, senza appartenere davvero a nessuno di essi. Sono state ricondotte a esperienze liminali infatti alcune forme di lavoro contingente come il lavoro a contratto e a progetto, l'affiliazione a più organizzazioni contemporaneamente, lo svolgimento di più ruoli per un'organizzazione e i percorsi di carriera multipla, ma anche situazioni straordinarie legate alla necessità di affrontare eventi imprevisti. Le interpretazioni fornite dalle esperienze liminali organizzative evidenziano, da un lato, come non tutti gli elementi della liminalità della rappresentazione Turneriana siano salienti in questo ambito e, dall'altro, ne siano proposti di nuovi, come lo sviluppo di competenze e le pratiche individuali.
  • L'applicazione della lente interpretativa della liminalità ai fenomeni organizzativi segna pertanto una marcata differenza rispetto alla riflessione antropologica che può comportare un arricchimento del costrutto, ma anche il rischio potenziale di un suo indebolimento per la sovrapposizione con altri costrutti. Nell'equilibrio tra aderenza all'elaborazione originale, soprattutto a quel "sentirsi tra e in mezzo" che è la natura della transizione, e spunti innovativi risiede il potenziale della liminalità di affermarsi come costrutto in grado di agevolare la comprensione di processi di lavoro contemporanei. [Testo dell'editore].
  • Emergent work processes have prompted a growing interest for liminality in organization studies. Liminality was originally conceived of in anthropology to express the transition from a previous state or role to a future one. In the organizational realm, contingent work, work at the boundaries across different organizations, assumption of more roles within an organization, multiple careers pathways, and the handling of unexpected events have been interpreted as liminal experiences and comprehended through this lens, which this paper intends to analyze.
  • We first delve into the core elements of a liminal experience according to Victor Turner's view, i.e., rites, ceremonies, and symbols signaling the beginning, unfolding, and end of the passage; different perceptions of space and time; the communitas that develops between individuals sharing the same transition; the construction of an anti-structure whose rules and routines differ from those pertaining to established structures; engagement in identity work to modify, revise, and form personal and social identities. Based on Turner's elaboration, accounts of liminal experiences in organizational settings are examined to highlight similarities and differences. Finally, the need to bring to convergence the original elaboration of liminality with the potential for its enrichment offered by the interpretation of organizational phenomena is discussed. [Publisher's text].

Fait partie de

Studi organizzativi : XXII, 1, 2020