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Epistolario sull'esperienza detentiva

2016 - Franco Angeli

83-108 p.

  • Il carcere, quale istituzione totale - definizione cara a Goffman -, ha rappresentato e rappresenta per un numero elevato di uomini, e per periodi più o meno prolungati delle loro esistenze, l'involucro stretto e spesso violento che avvolge fino a togliere il respiro minuti, ore, giorni, anni. Vite. Il presente la-voro, risultato di una "ricerca opportunistica", per richiamare il concetto elaborato da Mario Cardano, attraverso l'analisi empirica della produzione epistolare di alcune persone detenute presso vari istituti di pena italiani, si propone di fornire un'immagine ravvicinata dell'esistenza reclusa, una prospettiva quanto mai interna di un contesto, come quello penitenziario, che ancora oggi è di difficile raggiungimento per il ricercatore. Emerge, prepotente, una metamorfosi mentale dell'individuo che, lungi dall'essere positiva e riabilitante, quella auspicata e prevista dai teorici di stampo correzionalista, non lo renderà mai più davvero libero. Lo stigma che si infligge l'individuo stesso, il solc
  • o vuoto lasciato dalla vita che si è mancati di vivere, riempito dai caratteri di un'esistenza prigioniera, conferma piuttosto i postulati tipici di una prospettiva costruzionista.
  • Prison as a total institution - the definition dear to Goffman - has constituted and continues to constitute the tight and often violent shell that holds a large number of men in close confinement for more or less long periods of their existence, depriving them of their very breath for minutes, hours, days, years and whole lifetimes. A result of "opportunistic research", to cite the concept elaborated by Mario Cardano, this article conducts an empirical analysis of the letters written by several people imprisoned in a variety of Italian penitentiaries, so as to draw a close-up picture of life as an inmate, a thoroughly internal perspective of a context, that of the prison system, that researchers still have difficulty accessing to this day. What emerges forcefully is a mental metamorphosis of the individual from which he never truly escapes, one that actually contradicts the positive rehabilitation expected and desired by the theorists of the correctionalist school. On the contrary: the stigma that the indivi
  • dual takes upon himself and the yawning gap left by the life he has failed to live, filled with the characteristics of his existence as a prisoner, confirm the postulates typical of a constructionist perspective.

Fa parte di

Sociologia del diritto : 1, 2016