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Del corpo, del limite : riflessioni sull'omogenitorialità

2022 - Franco Angeli

P. 175-188

  • L'articolo descrive i temi che sono stati approfonditi da un gruppo di studio della SIPP su: "Sfumature in dialogo: identità di genere, tematiche LGBTQ+ e nuove configurazioni familiari" in un iniziale periodo di incontri. Gli argomenti non sono stati affrontati da una prospettiva clinica, ma la porta d'accesso è stata quella della ricerca psicoanalitica, con un'apertura alle molteplici sfumature dell'essere umano, e con la consapevolezza dell'importanza della disponibilità all'ascolto e della capacità di sospensione del giudizio, l'epoché nel senso husserliano. Il primo argomento di studio è stato: l'omogenitorialità. L'articolo descrive quanto tale tema non possa prescindere da una nuova considerazione del legame mente-corpo: il corpo è considerato nei diversi passaggi legati alla Procreazione Medicalmente Assistita o alla Gestazione per Altri, ma anche quando sono coinvolti, in modo reale o simbolico, i corpi di donatori, donatrici e gestanti.
  • Con le nuove frontiere pro-creative si assiste alla diffrazione del processo di concepimento (scissione mente-corpo) e la filiazione che ne deriva si costituisce come una rappresentazione «bio-medica del legame tra parti del corpo e prodotti del corpo». Ma ci troviamo anche a fare i conti con le menti e con il pensiero di queste coppie che si scontrano con la legittimità che la società può offrire ai loro desideri, alle loro scelte di vita, che possono in alcuni casi entrare in conflitto anche con il mondo interno di ciascuno. Passando per una disamina storico-filosofica del concetto mente-corpo nonché di limite, si è giunti ad alcuni interrogativi attuali: le tecnologie di fecondazione assistita rappresentano un ulteriore passo per una scissione mente-corpo o una delle tante espressioni di un sano progresso umano? Dove va a finire nella visione classica dell'Edipo il corpo sessuato? Quanto i termini, materna e paterna, appaiono ancora oggi adeguati? [Testo dell'editore]
  • By definition, cognitive psychology seems to study something that has nothing to do with the body: cognitive processes, mental representations, memory traces etc. In this article, the author tries to highlight how instead, at least in the last two decades, the body has become central to the debate of all those disciplines around cognitive science. The birth of the so-called Embodied Cognition (EC) represented somehow a revolution that radically changed the way scholars study the mind, at least in certain domains. Even from a critical point of view, the author would like to emphasise that one of the greatest merits of EC is that it has undermined the foundations of some of the assumptions of cognitive psychology.
  • For instance, EC has undermined the clear distinction between procedural and declarative knowledge, the distinction between perception and action, and, more generally, between the perceived environment and the cognitive structures by which it is rep-resented. The author aims to show how EC has thus highlighted the extreme epistemological and operational flexibility of our cognitive functions and their de-pendence on action and the body, distinguishing itself from numerous previous theories in which the primacy of the role of language was never questioned. [Publisher's text]

Fait partie de

Psicoterapia psicoanalitica : 1, 2022