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Inimicus hostis : i populismi mediatici dell'epoca medio-globale

2019 - Franco Angeli

77-89 p.

  • Il contributo analizza alcuni profili del terrorismo e dei fenomeni migratori collocandoli in un ambito interpretativo che ha, come categoria dominante e comune, quella dell'estraneo o del nemico come fonte di insicurezza. Da questo punto di vista, la comunicazione gioca un ruolo fondamentale nella costruzione dell'immagine pubblica del terrorismo e dei migranti, insieme alla dimensione del rischio. Assistiamo, infatti, a una vera e propria autogenerazione "virale" dell'insicurezza, da cui i sistemi sociali non possono difendersi. Non c'è nulla di più populistico e pericoloso della comunicazione della paura. Tanto più se disseminata con immagini e parole che arrivano direttamente, senza mediazioni, all'immaginario individuale e che, troppo spesso, determinano reazioni altrettanto violente e aggressive. In conclusione, il contributo propone una riflessione legata alla ridefinizione delle capacità connettive dell'identità sociale, in termini di residenza,
  • con l'obiettivo di limitare l'effetto devastante occupato dai populismi comunicativi imperanti. [Testo dell'editore].
  • The paper analyzes terrorism and migration, understood through the lenses of "the stranger", and "the enemy" as sources of insecurity. Under this respect, communication plays a fundamental role in building the public image of terrorists and migrants, together with the dimension of risk. We see a "viral auto-generation of insecurity", which menaces social systems. Following such approach, the paper claims that there is noting more dangerous and populistic than communicating fear. In conclusion, the paper argues that only a re-definition of the connections abilities of social identity - in terms of resilience - can limits the devastating effects of ruling communicative populisms. [Publisher's text].

Fait partie de

Sicurezza e scienze sociali : VII, 1, 2019