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Il concetto di salute nella storia del pensiero medico occidentale

2019 - Franco Angeli

13-33 p.

  • Tanto nella cultura ebraica antica, quanto in quella greca classica la malattia è interpretata come conseguenza della trasgressione di un ordine naturalistico o religioso. Entrambe queste concezioni si fondano su una valutazione morale della salute e della malattia. A partire dalla metà del V secolo a.C. la medicina incomincia ad emanciparsi dalla religione, acquisendo progressivamente lo statuto di scienza autonoma. L'autore di questa svolta è Ippocrate di Cos, il cui grande merito è stato quello di aver avviato per la prima volta una riflessione sul concetto di salute e di malattia in termini che respingono ogni interpretazione di tipo extraorganico dei fenomeni patologici. Un secondo, fondamentale snodo storico verso un modello pienamente biomedico della salute, si avrà solo alla fine del Settecento, in concomitanza con la nascita della fisiologia. Alla visione "iatromeccanica" del razionalismo cartesiano si contrappone progressivamente una concezione sensistica ed energetico-dinamica, che pone le basi
  • della psicofisiologia moderna. In questo periodo storico si colloca anche la nascita della psichiatria. Se fino al XVII secolo la malattia mentale era considerata un disordine morale, la progressiva naturalizzazione dell'anima permetterà di collegare le sofferenze mentali a fenomeni patologici del corpo senziente, con interazione reciproca. Nel secondo dopoguerra, grazie anche al movimento antipsichiatrico e alle critiche sociologiche al modello fisiopatologico, prende forma definitiva il concetto di salute intesa come fenomeno globale; si fa strada la concezione della persona come unità psicofisica interagente con l'ambiente circostante, presupposto teorico dell'attuale impegno profuso dalla O.M.S. verso la "promozione ed educazione alla salute". [Testo dell'editore].
  • In the ancient jewish culture as well as in the classical Greece, sickness was understood to be the consequence of breaching a naturalistic or religious order. Both cultural notions are based on a moral judgement of health and sickness Starting from the second half of the fifth century B.C., medical science began to free itself from religious influence, progressively acquiring a more important role as an autonomous science. Hippocrates of Cos is the promoter of this change; he is credited with starting an in-depth discussion about the concepts of health and sickness, rejecting any extra-organic interpretation of pathological phenomena. It's only towards the end of the eighteenth century that a second historical turning-point takes place when, together with the birth of physiology, the idea of health becomes fully biomedical. A sensationalist and energetic-dynamic conception of health gradually substitutes the previously "iatro-mechanical" point of view of Cartesian rationalism: this lays the foundation for
  • the modern psychophysiology. This period in history also sees the birth of psychiatry. If up to the XVII century A.D. mental illness was believed to be a moral disorder, the subsequent progressive naturalization of the soul notion led to make a connection between mental diseases and the pathological phenomena of sentient body, allowing for the possibility of a mutual interaction. The idea of health as a global phenomenon takes a more definite shape after the Second World War, thanks even to the antipsychiatric movement and sociological critiques to the physiopathological model. The concept of man as a psychophysical unit, which interacts with the surrounding environment, moves forward and becomes the theoretical basis for the current efforts promoted by WHO towards "promoting and teaching health". [Publisher's text].

Fait partie de

Rivista sperimentale di freniatria : la rivista dei servizi di salute mentale : CXLIII, 1, 2019