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Sotto lo stesso cielo : fragilità, educazione, contemporaneità

2016 - Franco Angeli

17-101 p.

  • I contributi di quanti hanno scritto in questa parte della rivista riguardano il convegno "Sotto lo stesso cielo. Fragilità, educazione, contemporaneità" che si è svolto all'Università degli Studi di Milano-Bicocca nel mese di dicembre 2015. All'interno dei due gruppi di ricerca IRACLIA-Pratiche di narrazione e scrittura nei contesti educativi, di cura e medico-sanitari, e Condizione Adulta e Processi Formativi (di cui è responsabile e coordinatrice scientifica Micaela Castiglioni - Università di Milano-Bicocca) abbiamo scelto di mettere a tema il motivo, o forse meglio, la questione della fragilità adulta nella nostra contemporaneità cercando di farne emergere luci e ombre, pieni e vuoti. Lungo questa direzione ci è sembrato importante adottare uno sguardo multidisciplinare coerente e pertinente alla multifattorialità delle varie e differenti vicende adulte, senza per questo rinunciare di far risaltare la prospettiva pedagogica ed educativa. Può l'esperienza della fragilità che tutti ci accomuna essere conte
  • nuta e supportata da un agire di tipo educativo, in alcune situazioni, orientato narrativamente? E il discorso sull'educazione e sulla cura che ha come protagonisti gli adulti di oggi può essere interpellato e sfidato creativamente e generativamente proprio dalla condizione di fragilità per noi diversa dalla vulnerabilità? Sono questi alcuni tra gli interrogativi che ci hanno orientato e che ritroviamo all'interno di questo testo. Dal punto di vista trans-culturale fragilità è una virtù ben rappresentata dal mito eterno di Antigone, la quale, a differenza di Edipo, che si muove inconsapevole verso il suo destino, è cosciente e intenzionale nel suo agire, sfida la legge degli uomini e sceglie con coraggio di esporre la sua fragilità. La virtù della fragilità, con Antigone come figura emblematica, è sintesi, declinazione di un pensiero che sa rinascere dall'esperienza, la consapevolezza di una condizione statuto della condizione umana, che avvia a un'autoconoscenza e conoscenza del mondo, un pensiero leggero, c
  • he ama la vita, la sua stessa vita e per mantenerla vitale apre ad altri modi di pensiero. Poiché la coscienza di fragilità invita all'ascolto di sempre nuove esperienze e si concede il riposo di alcune verità temporanee, provvisorie e legate a situazioni e momenti della vita, per poi riprendersi il diritto all'inedito. È complesso e faticoso mantenere anche negli atti concreti di presenza nelle relazioni e nel mondo la consapevolezza di fragilità, una fatica che si presenta ancora più ardua nei rapporti tra donne e uomini, così mutati e privi ancora di esempi e percorsi nuovi. La consapevolezza di fragilità, la coscienza di incompiutezza del sé e la dipendenza, riconosciuta, dall'altro/altra avviano all'accettazione anche dell'impossibilità di conoscersi a fondo, dell'essere padroni di noi stessi e stesse. [Testo dell'editore].
  • Under the same sky. Fragility, education, contemporaneity. The papers in this section of the journal are based on discussions from the conference "Sotto lo stesso cielo. Fragilità, educazione, contemporaneità" [Under the Same Sky. Fragility, education, contemporaneity] held at the University of Milano-Bicocca in December 2015. At this event, the research groups IRACLIA-Narrative and writing practices in educational and healthcare contexts and Adult Condition and Educational Processes [Condizione Adulta e Processi Formativi] (scientific coordinator: Micaela Castiglioni-University of Milano-Bicocca) set out to explore the theme, or rather, the issue of adult fragility in the contemporary era, with a view to identifying its particular "lights and shadows" and areas of fullness versus emptiness. In so doing, we felt that it was of key importance to adopt a multidisciplinary approach matching the multifaceted nature and diverse range of adult experience, while nevertheless retaining a strongly educational and peda
  • gogical perspective. Is it possible to support fragile subjects and to contain the experience of fragility common to all, by means of educational and, where appropriate, narratively oriented action? Furthermore, is it feasible for us to engage with, and creatively and generatively challenge, discourse on the education and care of contemporary adults from our own condition of fragility as distinct from vulnerability? These are some of the questions that oriented our discussions and are taken up again in the current papers. From a transcultural viewpoint, the virtue of fragility is well portrayed in the eternal myth of Antigone, who, in contrast with Oedipus' going unknowingly to meet his fate, was mindful and deliberate in her behaviour, defied the law of men and bravely chose to expose her own fragility. The virtue of fragility, of which Antigone is an emblematic figure, sums up and defines a way of thinking that renews itself by drawing on experience. Fragility also entails an awareness of one's own conditio
  • n that is the essence of the human condition itself. In turn, these qualities foster self-knowledge and knowledge of the world, and encourage a flexible mode of thinking that is open to the thinking of others, thereby maintaining its own vitality. This is because the awareness of being fragile invites us to seek out new experiences and to "give ourselves a break" by accepting temporary and provisional truths that are related to specific situations and times in our lives, before reasserting our "editorial control". It is difficult to remain mindful of our fragility throughout our concrete being in relationships and in the world, even more so in the context of the relations between women and men, which have undergone great change but as yet lack new models and pathways. Being aware that we are fragile, becoming conscious of our own incompleteness and recognizing our dependence on the other prepares us to accept that we can never fully get to know, or gain mastery over, ourselves. [Publisher's Text].

Forma parte de

Educazione sentimentale : 26, 2, 2016