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Dalla dimensione disumana della tratta al riscatto sociale : percorsi di violenza di genere

2020 - Franco Angeli

76-97 p.

  • Le vittime di tratta, ostaggio della criminalità organizzata e destinate al mercato del sesso, sono un fenomeno omogeneo, che ha bisogno di buone prassi, particolari e ad hoc, proprio per superare la percezione emergenziale e le generalizzazioni deleterie. In prevalenza le vittime di tratta sono donne che provengono dall'est europeo, oppure di nazionalità nigeriane o sono transessuali che arrivano principalmente dal Sud America e rap-presentano un business importantissimo per i criminali. Queste donne, invisibili e senza voce, sono il più delle volte ostaggio di chi organizza il viaggio e, di conseguenza, tutto questo rende difficile la presa in carico da parte dei servizi sociali.
  • L'intervento prende in esame, come caso di studio, le buone pratiche di accoglienza e presa in carico del servizio Roxanne del Comune di Roma, e delle discipline di scarsità, di sospetto e resistenza (Theodossopoulos, 2014) che le vittime di tratta attivano al fine di gestire il disagio della migrazione e della violenza (Appadurai, 2005), ricomponendo i disagi psicofisici della loro condizione. Le narrazioni delle donne nigeriane, delle donne dell'Est Europa e delle transessuali, che hanno contattato il servizio Roxanne o sono state intercettate dall'unità di strada, sono la prima parte del corpus qualitativo della ricerca. La seconda parte è un lavoro di analisi dei contenuti relativamente alle schede conservate dal servizio Roxanne e nelle strutture dove le vittime di tratta vengono inviate.
  • La terza parte del corpus è l'analisi delle narrazioni di alcuni uomini detenuti per il reato di sfruttamento della prostituzione nelle carceri di Pavia e di Bollate (MI) per comprendere la totale disumanizzazione e la retorica della cosiddetta "protezione" da parte degli sfruttatori. Le donne vittime di tratta sono permanentemente controllate e abusate dai loro carcerieri, in una costellazione di violenze e di continui atti brutali. A loro volta, i maltrattanti, respingono totalmente ogni responsabilità proiettando ogni colpa verso le maltrattate. Racconta uno di loro "sono libere di fare quello che vogliono, noi siamo qui solo per proteggerle, lei non le aiuterebbe?". Quello che emerge, dall'analisi dei dati, è una forma di normalizzazione della violenza da parte delle vittime di tratta, una forte marginalità (Douglas, 1993) ma, anche, una propensione alla resilienza. [Testo dell'editore].
  • The victims of trafficking, hostage of organized crime and destined for the sex market, are a homogeneous phenomenon, which needs good, particular and ad hoc practices, just to overcome emergency perception and deleterious generalizations. Most of the victims of trafficking are women who come from Eastern Europe or of nationality Nigerians or are transsexuals who come mainly from South America and represent a very important business for criminals. These women, invisible and voiceless, are most often held hostage by those who organize the trip and, as a result, all this makes it difficult for social services to take charge.
  • The intervention examines, as a case study, good reception practices and taking charge of the Roxanne service of the Municipality of Rome, and of the disciplines of scarcity and suspicion and resistance (Theodossopoulos, 2014) that victims of trafficking activate in order to manage the discomfort of migration and violence (Appadurai, 2005), recomposing the psychophysical discomforts of their condition. The narratives of Nigerian women, Eastern European women and transsexuals, who have contacted the Roxanne service or were intercepted by the street unit, are the first part of the qualitative corpus of research. The second part is a job of analyzing the contents on the cards stored by the Roxanne service and in the facilities where victims of trafficking are sent.
  • The third part of the corpus is the analysis of the narratives of some men detained for the crime of exploitation of prostitution in the prisons of Pavia and Bollate (MI) to understand the total dehumanization and the rhetoric of the so-called "protection" by the exploiters. Trafficked women are permanently controlled and abused by their jailers in one constellation of violence and constant brutal acts. In turn, the abusers reject totally every responsibility projecting every guilt towards the mistreated. One of them says "they are free of do what they want, we are only here to protect them, wouldn't you help them?". What emerges from the data analysis is a form of normalization of violence by the party of the victims of trafficking, a strong marginality (Douglas, 1993) but also a propensity to resilience. [Publisher's text].

Is part of

Welfare e ergonomia : VI, 2, 2020