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I cattolici italiani e la rivoluzione ungherese del 1956 : anticomunismo, violenza insurrezionale, martirio

2017 - Franco Angeli

66-93 p.

  • Il saggio esamina le ricadute simboliche della rivolta d'Ungheria, focalizzando il rapporto culturale del mondo cattolico con il nodo della violenza insurrezionale. La Chiesa italiana promosse un'imponente mobilitazione liturgica, dai contenuti ierocratici e visceralmente anticomunisti, recependo e rielaborando la linea dell'entourage pontificio. Le retoriche e le immagini utilizzate proposero una chiave di lettura - quella del martirio - fortemente ambigua. La sacralizzazione dei morti di Budapest oscillò infatti tra la legittimazione dei resistenti armati e la celebrazione delle vittime inermi. Pur con alcune significative articolazioni, prevalse il secondo modello. I cattolici italiani contribuirono così a rafforzare nel discorso pubblico il paradigma "post-eroico" del martire, venerato per la sua capacità di soffrire e di sacrificarsi fino alla morte, e non per la sua disponibilità a lottare, se necessario, con la forza. Nondimeno, questa tendenza si espresse spesso tramite il linguaggio, apparentemente.
  • discordante, del culto patriottico dei caduti. [Testo dell'editore].
  • The article examines the symbolic impact of the 1956 Hungarian uprising, and focuses on the relationship of the Catholic circles with insurgent violence. The Italian Church was characterized by an impressive liturgical mobilization, which was hierocratic and fiercely anti-Communist, implementing and reworking the papal entourage's approach. The rhetoric and images used by the Church offered a highly ambiguous reading of the uprising, revolving around martyrdom. The sacralization of those who died in Budapest swung between legitimating armed resistants and celebrating defenseless victims. Although there were significant differences, the second model prevailed.
  • Italian Catholics contributed to strengthening the "postheroic" paradigm of the martyr. In this context, victims' ability to suffer and sacrifice themselves until death - rather than their willingness to fight, if necessary, by force - was crucial to the notion of martyrdom. Somewhat paradoxically, this trend was often expressed using the apparently discordant language of the patriotic cult of the fallen. [Publisher's Text].

Is part of

Italia contemporanea : 283, 1, 2017