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Destinies of artistic activity : visual artists' plural forms of employment and trade-offs in a French region

2020 - Franco Angeli

125-144 p.

  • Based on a recent survey on the artistic work in a French region, the article considers visual artists as a control population illustrating the possible destinies of low or poorly paid self-employment in contemporary capitalism. Artistic activities mainly attract graduates and people from the upper classes who nevertheless accept to be paid very little for their art and even, as entrepreneurs would do, to invest regularly in order to continue their activity. The maintenance of their artistic vocation then requires recourse to secondary income from social benefits, family resources or the development of complementary remunerative activities. Since all these possible combinations are not equally accessible, they determine variable regimes of artistic production, self-presentation and various articulations between salaried and non-salaried activities, the borderline case of which is the abandonment of creation. [Publisher's text].
  • Sulla base di una recente indagine sul lavoro artistico in una regione francese, l'articolo considera gli artisti visivi come una popolazione di controllo che illustra le sorti possibili del lavoro autonomo poco o mal retribuito nel capitalismo contemporaneo. Le attività artistiche attraggono soprattutto laureati e persone provenienti dalle classi superiori, che accettano di essere retribuite poco per la loro arte e persino, come farebbero gli imprenditori, di investire regolarmente per continuare la loro attività. Il mantenimento della loro vocazione artistica richiede il ricorso a redditi secondari provenienti da prestazioni sociali, risorse familiari o lo sviluppo di attività remunerative complementari. Poiché tutte queste possibili combinazioni non sono ugualmente accessibili, esse determinano regimi variabili di produzione artistica, di autopresentazione e varie articolazioni tra attività retribuite e non retribuite, il cui caso limite è l'abbandono della creazione. [Testo dell'editore].

Fa parte di

Sociologia del lavoro : 157, 2, 2020