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Alberto Martini (1931-1965) : da Longhi ai Maestri del colore

2016 - Ledizioni

455 p.

  • Nei ruggenti anni Cinquanta, in pieno miracolo economico, quando i benefici indotti dal boom liberavano risorse in grado di affacciare alla cultura un nuovo, grande pubblico, Alberto Martini, appena laureatosi a Firenze con Roberto Longhi, si avviava al mestiere di storico dell'arte. Una disciplina che di lì a pochi anni il giovane avrebbe rivoluzionato, almeno dal punto di vista della ricezione divulgativa, entrando nelle case degli italiani grazie ai mitici «Maestri del Colore» Fabbri Editori, distribuiti in edicola a 350 lire a fascicolo, sessanta milioni venduti solo in Italia. Progetto che gli aveva permesso di girare il mondo e di accumulare una serie di contatti con direttori e funzionari di musei, in un raggio d'azione internazionale: strabilianti viaggi, su e giù da un aereo all'altro, per dirigere le campagne fotografiche, finalmente a colori, delle opere da riprodurre nella fortunata collana. Al grande cantiere divulgativo aveva affiancato rilevanti studi scientifici, dalle indagini sul Trecento ri
  • minese alla chiarificazione delle tappe nella carriera giovanile di Bartolomeo della Gatta. A Milano dal 1958, al fianco di Franco Russoli aveva conosciuto in Brera un'intera generazione di pittori e scultori, amicizie che si sommavano ai rapporti intrapresi negli anni precedenti in Romagna con gli artisti bolognesi, con Giorgio Morandi, ma anche con Mattia Moreni o con Ben Shahn; mentre dal 1962 Martini avrebbe instaurato un legame profondo con Alberto Giacometti, sul quale avrebbe messo a fuoco, di lì a poco, l'analisi più acuta e lucida espressa fino a quel momento dalla critica italiana.lume offre una biografia intellettuale del personaggio, con documenti e carteggi inediti, ripercorrendo le tappe della sua pur breve carriera (Alberto Martini scompare infatti a soli trentaquattro anni in un incidente d'auto), scandita dalle poliedriche esperienze che un giovane storico dell'arte intraprendente poteva accumulare nell'Italia prolifica degli anni del boom economico, radio e televisione comprese. [Testo dell'
  • editore].