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La grotta dei serpenti tra medicina e folclore

2017 - Edizioni Espera

208 p. : ill. (chiefly col.).

  • Includes bibliographical references (pages 193-207).
  • Nel Dizionario dei luoghi comuni, Gustave Flaubert annotava che "le caverne sono sempre piene di serpenti" e i serpenti "sono tutti velenosi"! A Roma, nel Seicento, si diffondono notizie di guarigioni dovute a sospette pratiche terapeutiche che si svolgevano in una cavità termale presso Sasso (Cerveteri). Bisce buone risanano i malati, escono dai cunicoli e leccano il sudore, asciugando la pelle dei malati. Accorrono il libertino Bourdelot, l'enciclopedico Kircher, il chirurgo Bartholin a visitare la grotta: "similmente alla rugiada o al vapore del miele gli umori insani restaura, e risolve la podagra nodosa per la quale i medici sciupano il ranno e il sapone".
  • Inizia una lunga tradizione a stampa che giustifica il fenomeno e si richiama all'incubatio dell'Isola Tiberina, all'uso dell'oppio, al re dei serpenti, registrando l'invidia dei medici locali, che bruciano il sottobosco per eliminare le bisce. Più tardi prevale lo scetticismo e la tradizione popolare è ridicolizzata. Riferimenti colti si innestano su un vasto tessuto di credenze folcloriche relative alle virtù del serpente e della grotta: il mondo sotterraneo è da sempre popolato di ianare, di draghi, di creature fantastiche, di tesori nascosti. [Testo dell'editore].