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Il nemico interno : politica, spiritualità e letteratura fra Cinque e Seicento

2018 - Interlinea

181 p.

  • Secondo Aby Warburg, a metà Seicento la novità della pittura di Rembrandt consiste nel fatto che essa punta a raffigurare il momento della tensione interiore, il conflitto di pensieri che precede l'azione anziché l'azione stessa. Così, per illustrare la storia di Medea, Rembrandt non sceglie l'episodio cruento dell'infanticidio, né gli incantesimi della maga, ma rappresenta Medea in un angolo buio del tempio in cui si celebrano le nozze fra Creusa e Giasone, prima che si risolva al delitto: è il momento in cui il personaggio è come scisso e combattuto fra personalità opposte. In questo volume l'intento è quello di esplorare l'emergere e il diffondersi della figura del «nemico interno» nella cultura del primo Seicento come dato rilevante dell'antropologia letteraria e culturale dell'Europa moderna.
  • Dalla teoria politica all'esperienza mistica, dal dramma teatrale alla lirica religiosa e all'oratoria sacra, l'età barocca tende infatti a modellare l'identità individuale e collettiva come esito di una «guerra interna» contro un nemico nascosto e nell'ombra. Attraverso una rilettura di testi letterari ed episodi culturali disparati e apparentemente eterogenei, il volume vorrebbe contribuire a tracciare il profilo di un problema più ampio: in che modo il configurarsi del tema della «guerra interna» nell'età della prima politicizzazione dell'Europa ridefinisce l'eredità del Rinascimento e mette la nostra modernità sotto il segno di un'identità conflittuale che si costituisce costantemente attraverso la rimozione di una parte di sé. [Testo dell'editore]