2015 - Firenze University Press
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Cuius facies est deformis, mores habere bonos non potest nisi raro : Reflections on the Notion of Deformity in Medieval Learned Physiognomy
P. 181-196
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Dans le même volume
- Nota del curatore
- Introduzione
- I chierici e il defectus corporis : definizioni canonistiche, suppliche, dispense
- Homo debilis in civitate : infermità fisiche e mentali nello spettro della legislazione statutaria dei comuni cittadini italiani
- Imperfezioni fisiche, esenzioni dagli obblighi militari, segnali di identità : tipologie documentarie e popolazione maschile, Italia, sec. XIV-XV
- Menomare e sfigurare come atti di giustizia
- Varietà, rarità, deformità nella letteratura anatomica cinquecentesca
- I denasati e i medici : discussioni sulla funzione di una protuberanza più o meno necessaria
- Cuius facies est deformis, mores habere bonos non potest nisi raro : Reflections on the Notion of Deformity in Medieval Learned Physiognomy
- La raffigurazione della deformità nell'arte dell'Italia settentrionale nel XIV secolo
- Mostri, deformi, mirabili figure : menomazioni fisiche e nascite mostruose nelle fonti cronistiche del Medioevo e della prima età moderna
- I mostri nel folklore
- Variabili difformità : polisemia della deformità e del nanismo nella cultura del Medioevo, dall'arazzo di Bayeux al romanzo cortese
- Immagini umanistiche del monstrum
- Tutti erano ignudi e tutti neri : la fisiognomica dell'alterità musulmana
- La deformità fisica nelle fonti agiografiche del basso Medioevo
- Qualche nota per nuovi percorsi di ricerca
- Indici
