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Istituzione totale carcere e salute : il detenuto come disabile sociale

2015 - Franco Angeli

P. 5-41 p.

  • Negli ordinamenti contemporanei la detenzione è considerata la forma principale se non esclusiva di pena. Essa tuttavia, così come praticata in Italia, non obbedisce a esigenze di rieducazione, ma è espressione della volontà di retribuire con un disvalore un comportamento antisociale, e la scarsa attenzione verso la salute nelle carceri o il sovraffollamento carcerario derivano probabilmente da tale concezione. Venendo meno la capacità rieducativa, la detenzione si delegittima come strumento di correzione, per rivelarsi per quello che è realmente, ossia una forma di esclusione sociale operata mediante istituzioni totali. Ciò comporta che la stessa detenzione cagioni un vulnus all'integrità psicofisica del detenuto, il quale può essere considerato come un "disabile sociale", un individuo menomato nelle sue normali capacità operative, ma da fattori strutturali e non da deficienze fisiche, la cui salute non può essere curata con gli usuali strumenti di sanità di domanda, ma secondo un modello di sanità di inizia
  • tiva, che tuttavia non sembra probabile venga implementato a breve.

Fait partie de

Rivista trimestrale di scienza della amministrazione : 4, 2015