Artículo
Digital Version
Download | Copia/pega | Impresión

Dall'invidia come negazione di sé e dell'altro, alla fiducia come giusta percezione di sé e riconoscimento del valore dell'altro

2021 - Franco Angeli

P. 233-243

  • L'invidia nasce dal confronto con l'altro, è una dinamica sociale importante, poiché è tramite l'altro che affermiamo noi stessi.Viviamo in una società competitiva, in cui la persona non vale per quello che è, ma in relazione agli altri. Paragonarci agli altri rischia di diventare il sistema di misura delle nostre presunte mancanze. Quando cadiamo in questa trappola il confronto ci opprime e ci rende infelici. Quando ci si imbatte nel limite, la fiducia nel proprio valore si trasforma in fallimento. Quella dell'invidia è una dinamica relazionale. Perche lui sì e io no? Questa è la domanda sottesa e lacerante.
  • Il bene dell'altro appare come uno scacco del proprio destino, una diminuizione del proprio essere. L'altro irrompe nell'universo del soggetto interrompendone le pretese, incrinandone l'autostima, rivelandone l'inferiorità. L'eccellenza dell'altro viene percepita come una svalutazione di sé. Dalla consapevolezza della nostra mancanza possono scaturire senso di inferiorità, inadeguatezza e odio per la grandezza dell'altro che ci schiaccia. Perché il confronto sia costruttivo occorre prendere coscienza della propria fragilità e imperfezione.
  • L'accettazione di sé non è rassegnazione, ma ci rende liberi di procedere fiduciosamente verso la vita. È questa fiducia che sarà capace di innescare il cambiamento, valorizzare noi stessi, percorrendo l'unica via che porta alla felicità e alla nostra crescita e nell'ambito lavorativo si ripercuoterà sulla produttività e sull'innovazione. [Testo dell'editore]
  • Envy arises from the comparison with each other, it is an important dynamic, since it is throught the other that we affirm ourselves. We live in a competitive society, in which the person is not valid for what he is, but in relation to others. Comparing ourselves to others risks becoming the measure of our alleged shortcomings. When we fall into this trap, confrontation overwhelnes us. When you run into the limit your belief in your own worth turns into failure. That of envy is a relational dynamic. Why did he and me not?
  • This is the underlying and piercing question. The good of the other appears as a failure of one's own destiny, a diminution of one's being. The other burst into the universe of the subject interrupting his demands, undetermining his self esteem, revealing his inferiority. The excellence of the other is perceived as a relational and relative passion. One's own good or one's own value is always measured from that of the other.
  • The awareness of our back can give rise to a sense of inferior, inadequacy and hatred for the greatness of the other that crushes us. For the confrontation to be constructive it is a necessary to become aware of one's own fragility and imperfection self- acceptance is not resignation but makes us free to proceed confidently towards life. It is this trust that will be able to trigger change, along the only path that leads to happiness and our growth and in the workplace, it affects productivity and innovation. [Publisher's text]

Forma parte de

Quaderni di economia del lavoro : 113, 1, 2021