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Nel nome della scienza : limiti e aporie dell'antirazzismo scientifico italiano

2021 - Franco Angeli

180-210 p.

  • L'introduzione del razzismo di Stato nell'Italia fascista fu caratterizzata da un atto per molti versi inaspettato e clamoroso, tanto a livello nazionale che internazionale: la pubblicazione, nel luglio 1938, di un "Manifesto degli scienziati razzisti". Tale specificità, unita all'impatto delle politiche antirazziste dell'Unesco nei primi decenni postbellici, ha profondamente connotato lo sviluppo dell'antirazzismo italiano nel secondo dopoguerra. La memoria del 1938 (e del coinvolgimento della comunità scientifica in quella drammatica svolta) ha infatti, da un lato, determinato il costante ricorso all'economia morale dell'oggettività scientifica come principale argomento antirazzista; dall'altro, ha alimentato una proposta culturale e politica di igiene lessicale - la rimozione della parola "razza" - legittimandola in nome della scienza.
  • Nell'affrontare criticamente queste argomentazioni dell'antirazzismo scientifico italiano, il saggio si articola in tre parti: nella prima sono descritte due campagne antirazziste - rispettivamente del 2008 e del 20142018 - condotte in Italia in larga parte da biologi e antropologi, e finalizzate a dimostrare l'ascientificità del concetto di "razza" e a promuovere l'eliminazione del termine "razza" dalla Costituzione; le due parti successive analizzano i limiti e le aporie di questo antirazzismo scientifico, sia in termini di destoricizzazione del razzismo fascista - individuato come principale bersaglio polemico - sia in termini di decontestualizzazione dello stesso rapporto tra scienza e antirazzismo nella seconda metà del Novecento. Le conclusioni avanzano sinteticamente alcuni suggerimenti metodologici che potrebbero contribuire al superamento dei limiti concettuali dell'antirazzismo scientifico italiano. [Testo dell'editore].
  • The article focuses on two specific moments in the recent history of Italian scientific antiracism: first, the 2008 San Rossore "Manifesto of the AntiRacist Scientists"; secondly, the campaign for the elimination of the word "race" from the Constitution of the Italian Republic that developed between 2014 and 2018. Through these examples, it will be apparent how the memory of the 1938 "Manifesto of the Racial Scientists" still casts a shadow over current Italian antiracism, by restricting its discourse and action to the anachronistic condemnation of Nazistyled biological racism. The article shows how this political and ideological configuration presents two main shortcomings: on the one hand, it contributes to the actual dehistoricization of fascist racism and antisemitism; on the other, it is instrumental to the parallel dehistoricization of scientifi c antiracism.
  • In the conclusion, the article opens a window on the possible ways for reshaping antiracism in Italy, by making it free from the mimetic relationship with 1930s racism and antisemitism as well as by adapting it to the challenges of the postgenomic era. [Publisher's text].

Forma parte de

Italia contemporanea : 297, supplemento, 2021