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Quando la cultura entra nell'aula giudiziaria : uno studio sulle argomentazioni dei giudici italiani

2016 - Franco Angeli

133-162 p.

  • Recentemente, la problematica dei "reati culturalmente motivati" è sempre più al centro di un vivace dibattito dottrinario. Gli studiosi finora si sono chiesti principalmente se fosse legittimo o meno attribuire rilievo giuridico alla cultura del soggetto autore del reato, quali fossero i limiti di questo riconoscimento e gli strumenti con cui attribuirlo. Ma qual è la risposta giudiziale al fenomeno? Come rispondono concretamente i giudici dinanzi all'istanza di riconoscimento culturale avanzata dall'imputato appartenente ad una minoranza culturale? Il presente contributo risponde a queste domande richiamando i risultati di uno studio empirico condotto su un campione di 68 casi italiani relativi a fattispecie di reati culturali. Ciò che emerge è una risposta giudiziale (e non solo) talvolta vaga e approssimativa, che tradisce le lacune della formazione giuridica (specialistica e non) in punto di gestione della diversità culturale. [Testo dell'editore].
  • Recently, the issue of the so-called "culturally motivated crimes" (also "cultural crimes") has been at the centre of a vivid scholarly debate. Until now, however, scholars have mainly inquired whether the constitutional framework allows the "cultural exception", and, if so, what are the limits and instruments for this recognition. However, how do judges concretely respond to this issue? Which are the strategies actually used by judges to adjudicate cultural claims inside courtrooms? This paper attempts to address these questions, drawing upon the evidences of an empirical study conducted on a sample of 68 cases of cultural crimes in Italy. Results reveal that judges' response (and not only that) is sometimes vague and inaccurate, showing the loopholes of the legal education about the management of cultural diversity. [Publisher's Text].

Forma parte de

Sociologia del diritto : 3, 2016