Leggendo Adrian Pabst e John Milbank : per un diritto del lavoro post-liberale
411-435 p.
Il contributo propone una rilettura del rapporto tra impresa e lavoro alla luce della crisi del paradigma liberale e dell'emergere di una sensibilità post-liberale. Muovendo da una diagnosi delle derive tecnocratiche, identitarie e nichiliste che attraversano il pensiero politico e giuridico contemporaneo, si delinea una proposta fondata sulla ricostruzione dei legami comunitari, sulla dignità del lavoro come attività relazionale e generativa, e sull'impresa come istituzione civica. In questa prospettiva, il diritto del lavoro può tornare a essere strumento di democrazia sostanziale e architettura giuridica del bene comune. Lungi dall'essere utopia regressiva, il post-liberalismo propone un ordine sociale fondato su radicamento, reciprocità e partecipazione, capace di rispondere alla doppia crisi materiale e simbolica della modernità tardo-capitalista. [Testo dell'editore]
The essay proposes a reinterpretation of the relationship between business and labour in light of the crisis of the liberal paradigm and the emergence of a post-liberal sensibility. Starting from a diagnosis of the technocratic, identitarian, and nihilistic tendencies that pervade contemporary political and legal thought, it outlines a proposal based on the reconstruction of community bonds, the dignity of work as a relational and generative activity, and business as a civic institution. From this perspective, labour law can once again become an instrument of substantive democracy and a legal architecture for the common good. Far from being a regressive utopia, post-liberalism proposes a social order founded on rootedness, reciprocity, and participation, capable of responding to the dual crisis material and symbolic of latecapitalist modernity. [Publisher's text]
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Information
ISSN: 1972-5507
