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Un bilancio in tema di principi e di diritti statutari nel quadro delle riforme del regionalismo : a più di venticinque anni dalla loro (re)introduzione negli statuti ordinari

2025 - Franco Angeli

105-206 p.

Il saggio propone una riflessione critica sullo statuto regionale come fonte del diritto. A venticinque anni dalla seconda stagione statutaria che ha interessato l'ordinamento costituzionale italiano, è il momento di ritornare su una questione ancora non risolta né dalla giurisprudenza costituzionale né dalla dottrina in merito al contenuto statutario ultroneo a quello costituzionalmente definito. La più recente pronuncia della Consulta statutaria della Regione Toscana dimostra come il tema debba essere affrontato e risolto. Senza voler svalorizzare l'ampia riforma costituzionale italiana degli anni Duemila, si sottolinea, però, che solo un convincimento di 'onnipotenza' da parte delle Regioni, che consente di operare in un quadro di tipo simil federale e caratterizzato dall'esistenza di pochi limiti, ha potuto spingere tutti i legislatori regionali a riformare gli statuti prevedendo in essi un contenuto di principi e di diritti. La Corte costituzionale italiana, con decisioni di

inammissibilità per ragioni sostanziali anziché formali , ha ricondotto tali disposizioni statutarie a enunciazioni aventi solo, ed esclusivamente, valore politico e culturale, inidonee, quindi, a ledere qualsiasi competenza. Solo cogliendo le tensioni politiche presenti, seppur con intensità diverse, nel tempo e nello spazio, si può trovare una spiegazione alla non sempre lineare giurisprudenza del massimo organo della giustizia costituzionale italiana, che prima o poi, però, dovrà assumere una decisione sul punto che sia definitiva, a condizione che risulti sostenibile dal punto di vista di teoria generale, a differenza di quanto avviene attualmente. [Testo dell'editore]

The essay offers a critical reflection on the regional statute as a source of law. Twenty-five years after the second wave of statutory reforms that affected the Italian constitutional system, it seems an appropriate moment to revisit a question that remains unresolved neither by constitutional jurisprudence nor by legal scholarship regarding the statutory content that exceeds what is constitutionally defined. A recent ruling by the Statutory Committee of the Tuscany Region shows that this issue must be addressed and resolved. Without intending to downplay the significance of the broad constitutional reform in Italy during the 2000s, it is nonetheless emphasized that only a perception of "omnipotence" on the part of the Regions allowing them to operate within a quasi-federal framework with few constraints could have led all regional legislatures to reform their statutes by including principles and rights within them. The Italian Constitutional Court, through rulings of inadmissibility

based on substantive rather than formal grounds has reinterpreted these statutory provisions as declarations possessing only political and cultural value, thus incapable of infringing on any legal competence. Only by understanding the political tensions that have existed though with varying intensity over time and across regions can one make sense of the often non-linear jurisprudence of the highest organ of constitutional justice in Italy. Sooner or later, however, this Court will have to take a definitive stance on the matter, and such a decision will only be viable if it is theoretically and generally sustainable unlike the current situation. [Publisher's text]

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Cittadinanza europea : XXII, 1, 2025