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Esperienze nei gruppi come chiave per comprendere l'"ultimo" Bion

2021 - Franco Angeli

P. 13-47

  • Per arrivare a capire l'“ultimo” Bion, cioè la parte più difficile e controversa della sua produzione, quella successiva ad Apprendere dall'esperienza, serve non soltanto una rilettura dei saggi raccolti in Riflettendoci meglio, ma anche tornare a Esperienze nei gruppi. L'ipotesi di questo lavoro è che Bion abbia trascorso la sua vita di studioso –probabilmente senza nemmeno esserne consapevole, dal momento che non ne parla mai– trasponendo la sua teoria dei gruppi in quella da lui man mano sviluppata per la psicoanalisi individuale. Per illustrare questa tesi, l'autore mette sistematicamente a confronto alcuni dei principi fondanti di entrambe le teorie. Tornare a Esperienze nei gruppi risulta utile anche per un altro motivo. Bion rivoluziona la teoria, ma lavora ancora come un analista kleiniano.
  • Pur offrendo una serie di spunti geniali, non sviluppa mai fino infondo una tecnica nuova. Per avere una cassetta degli attrezzi analitica che tutti possano utilizzare bisognerà aspettare la teoria analitica del campo, che rappresenta uno sviluppo originale del pensiero bioniano. Quando adotta questo modello, l'analista vede nella coppia analitica non già due soggetti isolati che interagiscono l'uno con l'altro, bensì un gruppo. Non c'è “fatto” dell'analisi che non possa essere ascoltato come inconsciamente co-creato. Evidenziare l'ispirazione “gruppale” delle opere dell'ultimo Bion ci aiuta a cogliere il vero significato di questo principio tecnico tanto spesso frainteso e viceversa. {Testo dell'editore]
  • In order to understand the “late” Bion, i.e. his production from Learning from Experience onwards, the most difficult and controversial, it is worth re-reading not only theessays in Second Thoughts, but also Experiences in Groups. The hypothesis of this workis that Bion spent his life as a scholar - probably without even being fully aware of it,since he never talks about it - to transpose his theory of groups into his theory of individual psycho-analysis. To illustrate this thesis, the author systematically compares some ofthe principles of both. Going back to Experiences in Groups, then, is also useful for another reason. Bion revolutionises theory but still works as a Kleinian. Despite brilliantsuggestions, he does not fully develop a new technique.
  • To have a tool box that anyonecan use, we have to wait the analytic field theory, which is an original development ofhis thought. In this model the analyst sees in the analytical pair not two isolated subjectsthat interact, but a group. There is no ‘fact' of analysis that cannot be heard as unconsciously co-created. Here then, highlighting the group inspiration of late Bion's helps usto grasp the meaning of this technical principle, so easily misunderstood, and vice versa. [Publisher's text]

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Gruppi : nella clinica, nelle istituzioni, nella società : 2, 2021