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Trauma, dissociazione e assenza di pensiero nei crimini individuali e collettivi

2021 - Franco Angeli

P. 17-36

  • I crimini individuali e collettivi sono spesso rappresentazioni di un male che mettendo in scacco i nostri principi etici e le nostre più sofisticate spiegazioni scientifiche, sfida la ragione. Partendo dalla nota tesi di Hannah Arendt sulla banalità del male e sull'assenza di pensiero alla radice della malvagità, l'autore esamina da un lato i crimini della Shoah in quanto esemplificazione di un male efferato ed estremo, una violenza generata da processi individuali e di gruppo reciprocamente intersecanti e dall'altro lato i delitti individuali, che paiono spesso senza senso commessi dai giovani.
  • L'anomia e il vuoto identitario, la dissociazione, l'échec del pensiero si delineano in questo modo come concetti guida nella comprensione tanto dei crimini collettivi quanto di taluni delitti commessi singolarmente dagli adolescenti. Se infatti i crimini collettivi si realizzano attraverso meccanismi di dissociazione e diniego, di erosione del pensiero e dell'empatia, di regressione narcisistica e d'obbedienza delle masse all'autorità, anche per molti giovani l'atto delinquenziale si realizza a causa di meccanismi di dissociazione, di impasse delle capacità figurativo-simboliche, come estremo tentativo di circoscrivere un bordo attorno al vuoto traumatico lasciato sia dalle esperienze effrattive sia dalle esperienze omissive precoci. [Testo dell'editore]

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Minori giustizia : rivista interdisciplinare di studi giuridici, psicologici, pedagogici e sociali sulla relazione fra minorenni e giustizia : 2, 2021