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Memory : il laboratorio narrativo per anziani istituzionalizzati

2018 - Franco Angeli

92-102 p.

  • Questo articolo presenta i risultati ottenuti dal metodo Memory (Tesauro, 2013), basato sulla pratica dell'autonarrazione, in due sperimentazioni: la prima realizzata in una struttura residenziale per anziani del Comune di Napoli, in con-comitanza con L'Anno Europeo dell'Invecchiamento Attivo (decisione 940/2011/EU), la seconda condotta sempre a Napoli nel 2016, in due strutture residenziali per anziani e soggetti senza fissa dimora, con i volontari del Centro di Servizio per il Volontariato. Le due sperimentazioni hanno dimostrato che l'applicazione del metodo favorisce nei soggetti istituzionalizzati la ricostruzione del proprio senso di identità, rafforza il senso di autoefficacia percepita, le strate-gie di coping e la capacità di attivazione, con notevoli benefici sul benessere per-cepito. Il metodo Memory, basato sulla pratica dell'autonarrazione, vuole essere un chiaro esempio di come il raccontarsi rappresenti un tipo di attività in grado di rafforzare l'autoefficacia percepita e sviluppare
  • strategie di coping proprio in quei contesti in cui le risorse delle persone sembrano essere bloccate. Il metodo prevede l'allestimento di un laboratorio narrativo nell'ambito del quale, con l'ausilio di un kit autobiografico (Demetrio, 1997) e con il supporto di sollecitatori visivi (immagini colorate e foto personali), uditivi (canzoni), tattili (oggetti della vita quotidiana), l'équipe stimola gli anziani istituzionalizzati e affetti da pluripatologie a ricordare e raccontare frammenti di memoria perduta, favorendo la ricostruzione del proprio sé e l'emersione di un nuovo sapere narrativo (Bruner, 1986). In questa prospettiva il laboratorio si è configurato come un dispositivo di capacitazione per queste persone che si sono scoperte e sperimentate come "soggettività narrative" capaci di rievocare e narrare. Sono stati così registrati cambiamenti che, probabilmente, con un intervento di lungo periodo, avrebbe potuto ottenere risultati più importanti a carico delle cognizioni dei soggetti coinvolti.
  • Ad ogni modo è possibile affermare che si è verificata una qualche modifica nello stile cognitivo di spiegazione degli eventi (pessimismo vs. ottimismo), generando emozioni positive, che rappresentano una riserva da cui attingere energie per salvaguardare il proprio benessere psicologico (Seligman, 1997). Il pensiero attraverso il recupero di pezzi della propria storia, in più di un caso, ha assunto una connotazione più positiva e ciò ha generato un aumento del senso di autoefficacia che, a sua volta, ha rinforzato una modalità di pensiero positiva in un rapporto di reciproca influenza (Bandura, 2000). [Testo dell'editore].
  • This article presents the results obtained by the method Memory (Tesauro, 2013), based on the practice of the self-narration, during two experimentations: the first one implemented in a residential structure for elderly of the Municipality of Naples, in concomitance with European Year for Active Aging (decision 940/2011/EU), the second one performed in Naples in 2016, in two residential structures for elderly and homeless subjects. Memory examines the activation processes of institutionalized elderly who have limited mobility capacity. The re-search query revolves around a central question: what could it mean to be active for subjects residing in a residential building and confined to a wheelchair or a bed? The basic idea is that narrating and narrating one's own story could consti-tute a good practice of activation. The objective, therefore, is to promote storytelling as a practice of activation in these subjects.
  • This pilot experiment shows that through the narrative practice it is possible to induce, clinically, processes of personal development that cure, producing on the subjects important changes, that are not always measurable, but not for this reason less real. In line with the approach of the so called narrative medicine the case Memory proves the therapeutic effects of the narration. [Publishers' text].

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Ricerche di psicologia : 1, 2018