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Conflitti sociali e trasformazioni urbane nelle Zone di guerra : il caso del Basso Garda Bresciano

2015 - Franco Angeli

69-111 p.

  • Nel maggio 1915 nelle provincie incluse nella "Zona di guerra", l'occupazione militare e gli istituti della mobilitazione imposti dall'autorità dello stato, modificarono l'ordinario assetto strutturale di una società caratterizzata da fragili e precari equilibri. Le comunità rurali in particolare vissero in modo traumatico le trasformazioni imposte dallo stato di guerra, che fecero emergere chiusure isolazioniste e resistenze. Nei paesi trasformati in guarnigioni permanenti, l'impatto delle requisizioni degli alloggi fu sconvolgente, e le occupazioni avvennero tra molte resistenze e forti elementi di sperequazione che favorirono il "patriottismo", spesso interessato, delle famiglie benestanti. La vita quotidiana, che già scontava limitazioni, disagi ed abitudini igieniche alquanto approssimative, peggiorò rendendo difficilmente sopportabile la forzata convivenza con i soldati. L'incontro-scontro di popolazioni misere ed intimorite coi militari avvertiti come "stranieri", incombenti con le loro "necessità patr
  • iottiche" sulle scarse risorse alimentari, idriche, igieniche del territorio, e le distorsioni che derivarono dalla mobilitazione, approfondirono le divaricazioni di classe preesistenti, prodromiche alla contrapposizione ideologica che caratterizzò l'incandescente "biennio rosso" e la successiva deriva reazionaria. Obiettivo del saggio è approfondire gli aspetti della mobilitazione ed occupazione del territorio in zona di guerra in relazione alle trasformazioni fisiche e mentali che ne derivarono. È inoltre quello di apprezzare l'"eredità" della guerra come fenomeno di lacerazione della struttura sociale, senza escluderne gli elementi aggreganti, indagando le distorsioni economiche, sociali e morali in modo da restituire di quei fatti un'immagine più coerente con l'evoluzione politica e sociale degli anni che la seguirono.
  • In May 1915, military occupation, and the mobilization imposed by the Italian Government, subverted ordinary life in territories included in the so-called "war areas". Indeed, rural communities experienced the state of war as a trauma, generating resistance against the Italian forces, and isolationism. In those villages transformed into permanent military garrisons, the impact of housing requisition was shocking. The military occupation was carried out between opposition and situations of great disparity, the latter often created by self-interested patriotism of burgeois families. Everyday life in these places - fragile, restricted and uncomfortable in itself - worsened, making cohabitation with soldiers almost intolerable. The present paper deals with the case of Calcinato, where the everyday life of the community has emerged from the study of unpublished documents in the towns of the Brescian Basso Garda archives and in the Fondazione Ugo Da Como's archive, in Lonato del Garda. In particular, the analysis o
  • f economical, political and ethical distortions caused by the long mobilization, allows us to appreciate the social unrest in Calcinato, described as a "Brescian Bolshevism refuge", reconstructing an image which is coherent with post-war social and urban development.

Is part of

Storia urbana : rivista di studi sulle trasformazioni della città e del territorio in età moderna : 149, 1, 2016