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Cosa fare del culturale/religioso negli interventi ad orientamento psicoanalitico per i giovani rifugiati?

2020 - Franco Angeli

67-80 p.

  • Tra i migranti che vengono a chiedere asilo in Svizzera, ci sono sempre più giovani rifugiati, anche minori, a volte non accompagnati. Questi giovani possono accumulare diversi fattori di rischio per la loro salute mentale: traumi pre- per- o post-migratori, distanza dai riferimenti familiari e culturali, precarietà ambientale o isolamento relazionale. Ma essi sono anche in piena transizione tra l'infanzia e l'età adulta, un periodo della vita caratterizzato da interrogativi identitari, da processi di differenziazione e da movimenti d'autonomizzazione.
  • Questi movimenti adolescenziali, specifici per ciascuno, sono sempre strettamente intrecciati con i parametri familiari e culturali/religiosi del gruppo di appartenenza. Nel paese, il processo adolescenziale si evolve in una cornice comunitaria familiare e mette in discussione i punti di riferimento della cultura d'appartenenza. Al contrario, in esilio, lontani dai punti di riferimento originali e confrontati con nuovi valori, questi processi possono essere resi notevolmente più complessi dal confronto "esterno" con differenze culturali che avranno la loro risonanza all'"interno" del funzionamento psichico. Per tenere conto di queste variabili, il lavoro terapeutico, etnopsicanalitico, si svolge sia a livello culturale che psichico, al fine di sostenere il giovane esiliato nel suo lavoro di soggettivazione. [Testo dell'editore].
  • Among the migrants who come to Switzerland seeking asylum, there are more and more young refugees, even minors, sometimes unaccompanied. These young people may combine different risk factors for their mental health: pre- per- or post-migratory traumas, distance from family and cultural references, environmental precariousness or relational isolation. But they are also in the midst of a transition from childhood to adulthood, a period of life made up of questions of identity, processes of differentiation and movements of empowerment. These ad-olescent movements, while unique, are always closely intertwined with family and cultural/religious parameters of the home group. In the home country, the adolescent process takes place in a familiar community setting and questions the markers of the cultural background.
  • On the contrary, in exile, at a distance from the original landmarks and confronted with new values, these processes may be considerably complicated by the "external" confrontation with cultural differences that will have its resonances in the "internal" of the psychic functioning. In order to take these variables into account, ethnopsychoanalytical psychotherapy will target both the cultural and psychic levels, in order to support the young person in exile in his subjectivation process. [Publisher's text].

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Interazioni : clinica e ricerca psicoanalitica su individuo-coppia-famiglia : 51, 1, 2020