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Storia politico-militare del brigantaggio nelle province meridionali d'Italia

2007 - Capone

319 p.

  • Se per Luigi Carlo Farini, luogotenente del re sabaudo a Napoli dopo la conquista garibaldina, il Sud è «Affrica!» e «i beduini sono fior di virtù civile» rispetto ai cafoni meridionali, per Angiolo De Witt, ufficiale dell'esercito piemontese catapultato nel vivo della guerra al brigantaggio, qualcosa si salva: nel Mezzogiorno i «perenni tepori fanno fiorire i campi più volte all`anno», sorprende a Napoli «la vita gaia di quel popolo», Castropignano, piccolo borgo tra il Biferno ed il Matese, è un angolo di Svizzera, tra i meridionali c`è gente «un poco troppo pigra», ma «di buona indole». Quello del De Witt è un lavoro molto onesto pur nella esuberante retorica patriottarda tipica del momento in cui l`autore stende l'opera.
  • Quanti avrebbero descritto l`arrivo della colonna piemontese a Campobasso affermando che «pochi curiosi di quella città erano a vederci arrivare, e quei pochi ci dimostravano la più fredda indifferenza»?; e chi, con la stessa sincerità, parlando delle condizioni politiche del Molise nell'estate del 1862, avrebbe scritto che «gli opposti partiti, liberale e borbonico, disputavansi il dominio della situazione, e malgrado la tollerata monarchia del Re Vittorio, da un momento all`altro briganti e popolazioni facevano causa comune fra loro, allo scopo di restaurare il soppresso trono di Francesco II»?; e chi avrebbe parlato in termini velatamente critici della distruzione di Pontelandolfo avvenuta per rappresaglia da parte di un battaglione di bersaglieri piemontesi?
  • L'avventura del tenente De Witt comincia con l`ordine di scortare da Dogliani a Campobasso seicento «sbandati», gli ex militari borbonici internati per un trattamento di «correzione e idoneità al servizio». Questi provengono da San Maurizio Canavese e molti, miracolati, hanno fatto l`esperienza nella terribile fortezza di Fenestrelle: evidentemente, hanno accettato di entrare nell'esercito sabaudo anche se nulla esclude che rientravano nel Mezzogiorno non solo per respirare aria di casa. (Dalla presentazione di Gianni Custodero) [Testo dell'editore]