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Libri inutili, compendi e libri «primarii» : Descartes tra lettura e scrittura della filosofia

2016 - Le Lettere

324-342 p.

  • La condanna di Descartes al sapere libresco della scuola, sapere sterile e vanaglorioso, si è sempre accompagnata all'accusa che gli anti-cartesiani gli rivolgevano di essere un filosofo ignorante e oscuro. Non solo scarso e pessimo lettore, Descartes avrebbe sempre prediletto una scienza fondata sulle discipline matematiche a scapito della cultura. L'articolo intende rovesciare questa prospettiva, mostrando sia le ragioni di una critica al mondo di carta della scuola, sia il tentativo inscritto nell'ordine della ragione di fare dei libri uno strumento attuale della "conoscenza vera". Attraverso la ricca corrispondenza cartesiana, si ricostruiscono sia le letture del filosofo del metodo, sia un metodo di lettura, sia una modalità filosofica di scrittura. I meccanismi retorici della scrittura, pertanto, aderiscono all'ordine della ragione, facendo dei libri non solo un oggetto da rigettare, ma un utile strumento della scientia. [Testo dell'editore].
  • While Descartes criticized the scholastic system of learning based on books and erudition, he proposed a new way of achieving knowledge through the force of the reason alone. However, this did not develop into an utter refusal of books in themselves, but only of their erroneous and sterile use. The essay aims to sketch (1.) Descartes' attention and interest in books as objects of scientia within his correspondence, (2.) Descartes' definition of a proper use of books (and therefore of a 'legitimate' kind of books), (3.) Descartes' philosophical systematization of both reading and writing under the order of reason. Rhetoric, thus, develops as subject and instrument of reasoning, as well as books and (philosophical) literature. [Publisher's text].

Fa parte di

Giornale critico della filosofia italiana : XCV, 2/3, 2016