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Psichiatria e potere nel fascismo italiano

2018 - Franco Angeli

156-174 p.

  • Il controllo sociale capillare e pervasivo messo in atto dal fascismo, rappresentò un salto di qualità nei processi di normalizzazione degli individui, rispetto a ogni regime politico ottocentesco. L'articolo discute come in questa nuova ottica cambiarono le finalità che il regime assegnò al manicomio e alla psichiatria, nel momento furono integrati pienamente nella macchina del controllo sociale totalitario, la quale si servì di entrambi per squalificare la legittimità di ogni opposizione politica, come parte della guerra totale per la conquista della società attuata dal regime. In questo modo, l'opposizione politica divenne parte integrante della lotta contro la degenerazione della razza, che negli anni Trenta costituì il maggior terreno di incontro tra psichiatria, criminologia e eugenetica, facendo delle forme di biopolitica del fascismo un'altra componente integrante del controllo sociale attuato dal regime. [Testo dell'editore].
  • The pervasive nature of social control set up by the Fascist regime represented a break away from the "normalization" instruments that characterized 19th century psychiatry and were used by the Italian state after unification. This article analyzes how this new approach influenced the methods and objectives assigned by the regime to mental hospitals and psychiatry, especially once they were integrated into the totalitarian machine of social control. It argues that the regime used both tools as part of its plan to completely control Italian society and make the fight against forms of political opposition integral to its eugenic struggle against the "decline of the race". During the 1930s, therefore, Fascist biopolitics became part and parcel of the social control policies carried out by the regime. [Publishers' text].

Fa parte di

Italia contemporanea : 287, 2, 2018