Articolo
Versione Digitale
Download | Copia/incolla | Stampa

La psicopatologia nel contesto transculturale e migratorio

2017 - Franco Angeli

9-11 p.

  • La migrazione è un processo in sé sempre traumatico, nel cui contesto qualsiasi individuo può manifestare nuclei di vulnerabilità quali la perdita del quadro simbolico-culturale e del contesto sociale di riferimento, l'arresto dei costanti processi di riproduzione e metabolismo dell'identità, la paralisi della temporalizzazione e della possibilità di storicizzazione. Tali vulnerabilità, determinate da fattori che risiedono tanto nel processo migratorio stesso quanto nel tessuto ambientale, socio-economico, culturale e relazionale post-migratorio, possono presentare declinazioni psicopatologiche a espressività polimorfa e iscriversi principalmente nella corporeità come modalità essenziale di essere-nel-mondo. La ricerca scientifica sui disturbi mentali nel contesto migratorio e transculturale verte prevalentemente sull'individuazione dei principali fattori di rischio pre-, intra- e post-migratori, concentrandosi in particolare su quest'ultima fase, risultata essere maggiormente associata all'insorgenza e alla.
  • strutturazione del disagio psichico nella popolazione migrante. All'interno del contesto migratorio si rilevano tuttavia anche fattori di resilienza e leve terapeutiche, che possono risiedere tanto nelle risorse dei singoli individui quanto nelle reti simboliche e sociali alle quali essi attingono per donare un senso alle proprie esperienze. Risulta quindi necessario implementare ulteriormente la ricerca sul rapporto tra psicopatologia e storia migratoria, onde poter meglio comprendere la vulnerabilità psichica nel contesto migratorio e rafforzare le politiche di prevenzione e promozione della salute mentale nei migranti. [Testo dell'editore].
  • To migrate is always traumatic and thus any individual may suffer a higher level of vulnerability: i.e. losing symbolic, cultural and social references, enduring the blocking of identity construction processes, and experiencing the paralysis of temporalization and historicization. Such vulnerable states are set off by the migratory experience and by the post migratory host environment (socio-economic, cultural and relational factors). These vulnerable states may have psychopathological polymorphic sequelae, mainly expressed through the body (prime mode of beingin-the-world). Nowadays, scientific research on mental disorders, in migratory and trans-cultural contexts, identifies the key pre-, intra- and post-migratory risk factors, mainly examining the last post-migratory phase found to be more strongly associated with the onset and structuring of psychological distress among migrants. On the other hand, within this context of migration, personal resilience (arising from the individual's resources) and effectiv
  • e therapeutic responses (deriving from symbolic and social networks that succeed in creating meaningful experiences) are also noted. The authors hence underline the need for further research on the relationship between migratory experiences and psychopathology, in order to have a better understanding of migrants' psychological vulnerabilities and improve the mental health policies (prevention and promotion) for migrant populations. [Publishers' text].

Fa parte di

Rivista sperimentale di freniatria : la rivista dei servizi di salute mentale : CXLI, 3, 2017