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I prestigi della luce : rassegna di studi sulla simbologia e la morfologia mistica del luminoso

2025 - Leo S. Olschki

P. 143-176

Il contributo propone una rassegna critica di alcune recenti pubblicazioni che, da prospettive disciplinari differenti, convergono sull'analisi della luce come categoria simbolica, mistica e formale del sacro. Corpi di luce (a cura di A. Grossato) inaugura la collana «Kratèr» raccogliendo saggi che esplorano, nelle religioni d'Oriente e d'Occidente, dottrine e pratiche incentrate sulla trasfigurazione luminosa del corpo e sul principio igneo della rivelazione. Nel progetto Mistica cristiana (a cura di F. Zambon), articolato in tre volumi, l'esperienza della luce attraversa la tradizione spirituale dell'Occidente, dove il bagliore divino si fa segno di conoscenza e salvezza. A esso si affianca La Scala del divino amore (a cura di F. Zambon e C. Di Fonzo), testo esemplare dell'ascesi mistica medievale, che disegna la salita dell'anima come progressiva combustione interiore. La luce nell'arte (a cura di J. Ries) indaga la funzione epifanica della luce nell'iconografia religiosa.

Nell'età del lume, B. Del Bo adotta un approccio storico-antropologico per restituire il Medioevo come epoca percorsa da una grammatica della luce. Chiude la rassegna Dove nel buio la luce dimora di V. della Dora, che intreccia la storia materiale e simbolica del faro, figura liminare della visione e dell'approdo, custode del margine tra visibile e invisibile. Nell'insieme, questi volumi compongono una costellazione che mostra come la luce attraversi le culture quale archetipo persistente e dispositivo di rivelazione e trasformazione. [Testo dell'editore]

This contribution offers a critical survey of six recent publications that, from diverse disciplinary perspectives, converge on the analysis of light as a symbolic, mystical, and formal category of the sacred. Corpi di luce (ed. A. Grossato) inaugurates the “Kratèr” series with a collection of essays exploring doctrines and practices centred on the luminous transfiguration of the body and the igneous principle of revelation, across Eastern and Western religious traditions. In the three-volume project Mistica cristiana (ed. F. Zambon), the experience of light runs through the spiritual heritage of the West, where divine radiance becomes a sign of knowledge and salvation. Complementing it is La Scala del divino amore (ed. F. Zambon and C. Di Fonzo), an exemplary text of medieval mystical ascent, which charts the soul's journey as a progressive inner combustion. La luce nell'arte (ed. J. Ries) investigates the epiphanic function of light in religious iconography.

In L'età del lume, B. Del Bo adopts a historical-anthropological approach to reframe the Middle Ages as an era structured by a grammar of light. Concluding the survey is Dove nel buio la luce dimora by V. della Dora, which intertwines the material and symbolic history of the lighthouse as a liminal figure of vision and arrival, guardian of the threshold between the visible and the invisible. Taken together, these volumes form a constellation that reveals how light traverses cultures as a persistent archetype and a device of revelation and transformation. [Publisher's text]

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Rivista di storia e letteratura religiosa : LXI, 1, 2025