Artículo
Digital Version
Download | Copia/pega | NO Impresión

Verismo opera and the premediation of neorealist soundtracks

2022 - Leo S. Olschki

P. 155-188

  • Nel secondo dopoguerra il cinema neorealista di ambientazione rurale partecipa all'ampio movimento di riscoperta del folclore che pervade il mondo intellettuale italiano. Registi come Luchino Visconti e Giuseppe De Santis si avvicinano da una prospettiva quasi gramsciana all'universo popolare, interpretato come subalterno e anti-egemonico, e quindi contrapposto alla società borghese. I loro film elaborano nuove strategie visive e narrative volte a raccontare per via diretta, senza filtri, la vita di contadini, pastori e pescatori. Ma in che modo vengono restituite le musiche e i canti delle comunità rappresentate?
  • In quest'articolo si affronta una contraddizione di base che informa le colonne sonore di alcune tra le pellicole più importanti del neorealismo (La terra trema, 1948; Riso amaro, 1949; Non c'è pace tra gli ulivi, 1950): a dispetto di qualsiasi pretesa di ‘oggettività', esse mescolano canti tradizionali legati alle realtà rappresentate, quasi sempre adoperati a livello diegetico, con pagine sinfoniche che forniscono un commento esterno, estraneo al mondo musicale popolare. Intrecciando analisi audiovisive e spunti provenienti dalle recenti teorie sui media (in particolare il concetto di premediazione elaborato da Richard Grusin), si individua nell'influsso esercitato dall'opera verista sul cinema neorealista la fonte primaria di tale contraddizione:
  • schemi drammaturgico-musicali ricorrenti nelle opere di Puccini e Mascagni - autori centrali nell'orizzonte culturale delle classi medio-alte italiane di fine anni Quaranta, e quindi anche nella formazione dei registi e del pubblico cinematografico - avrebbero cioè influenzato in profondità le ambigue modalità di inclusione, rimediazione e organizzazione dell'elemento musicale popolare nelle colonne sonore neorealiste. Il rapporto triangolare fra folclore, melodramma e cinema neorealista induce a ripensare le tensioni che animarono la vita culturale dell'Italia del dopoguerra, e in particolare gli atteggiamenti etnocentrici che caratterizzarono la (ri)scoperta del mondo popolare e delle sue musiche da parte di intellettuali, registi e pubblico. [Testo dell'editore]

Forma parte de

Saggiatore musicale : rivista semestrale di musicologia : XXIX, 1/2, 2022