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Milano is burning, and by fireside we are dancing : riappropriazioni spaziali e sonore della città nella breakdance

2019 - Franco Angeli

43-61 p.

  • Le pratiche effimere possono essere inaspettatamente realizzate in contesti urbani, mettendone in discussione lo spazio pianificato, programmato e controllato dalle politiche. Appropriandosi di uno spazio esistente attraverso tattiche territoriali, esse costruiscono nella pratica uno spazio altro, differente per usi, potenzialita, accessibilita, norme. Questi spazi, prodotti in processi plurali, vengono realizzati attraverso la contestualizzazione e la relazione tra siti fisici, corpi in movimento, atmosfere, istituzioni, componenti sociotecniche.
  • In questo contributo, nato da una ricerca etnografica svolta nel contesto della breakdance a Milano, si intende partire dall'importanza della musica e del suono in queste pratiche, evidenziandone i modi con cui, attraverso i paesaggi sonori generati, le pratiche ricostruiscono gli usi degli spazi. In particolare, ci si concentrera su un caso specifico, il mezzanino della fermata di Porta Venezia della linea metropolitana, per evidenziare come queste pratiche agiscano nella formazione di territori interstiziali e nella ridefinizione di nuovi immaginari urbani. [Testo dell'editore].
  • The ephemeral practices can unexpectedly be realized in urban contexts, casting doubt on the planned, designed and politically controlled space. Practitioners appropriate existing spaces through territorial tactics, and they construct an alternative and heterotopic space, that differs from the previous for its uses, potentialities, norms. Produced in plural and sometimes ambivalent processes, these spaces are realized through putting into context and relation physical spaces, moving bodies, institutions, atmospheres, and sociotechnical tools.
  • Part of ethnographic research realized in the context of the breakdancing in Milan, this contribution highlights the importance of music and sound in the practices of territorial re-appropriation, as an instrument of the redefinition of urban, material and symbolic boundaries. More specifically, it will start from a specific space, the mezzanine of the underground station of Porta Venezia, in order to deepen the capacities of the interstitial spatial formations to redefine new urban imaginaries. [Publisher's text].

Forma parte de

Rivista geografica italiana : CXXVI, 4, 2019