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Roma e la Romagna nel 700 : edilizia pubblica e architettura sacra in una legazione dello Stato della Chiesa

2025 - L'Erma di Bretschneider

663 p. : ill.

Includes bibliographical references and index.

Spesso sottovalutata per via della sua posizione geograficamente periferica, la legazione di Romagna ricoprì in realtà un ruolo centrale nella diffusione e sviluppo del linguaggio barocco all'interno dello Stato Pontificio. E questo perché durante la prima metà del Settecento operarono nella provincia non solo esperti locali come Giuseppe Merenda (1687-1767), Carlo Cesare Scaletta (1666-1748), Giovan Francesco Buonamici (1692-1759), Pietro Carlo Borboni (c.1720-1773) e il converso camaldolese Giuseppe Antonio Soratini (1682-1762) ma, altresì, rinomati periti papali quali Carlo Fontana (1638-1714), suo figlio Francesco (1668- 1708), Abraham Paris (c.1641-1716), Sebastiano Cipriani (1660-1740), Luigi Vanvitelli (1700-1773) e Ferdinando Fuga (1699-1782): valenti progettisti che hanno lasciato ai posteri prodotti di qualità, esiti di un tentativo di declinazione razionale delle straordinarie acquisizioni dell'architettura romana del XVII secolo.

Merito fu della favorevole congiuntura politica che, nonostante le difficoltà finanziarie sempre più evidenti, vide succedersi al soglio petrino sovrani interessati alla regione o, comunque, impegnati in un rilancio generalizzato dei commerci attraverso massicci investimenti statali: una disponibilità economica inaspettata di cui le amministrazioni romagnole approfittarono per aggiornare le infrastrutture pubbliche ed edificare al contempo efficienti costruzioni di servizio alla cittadinanza. La Congregazione del Buon Governo sovraintese a tutte queste trasformazioni, facendosi garante di un'equa distribuzione delle risorse e di un adeguato coordinamento dei locali.

Nondimeno importante fu però il contributo delle realtà religiose, le quali agirono nel consolidamento della dottrina cristiano-cattolica, servendosi tanto dell'arte quanto – soprattutto – dell'architettura quali efficaci veicoli di catechesi e di instrumentum regni. A loro si devono le numerose fabbriche sacre elevate durante tutto il secolo e la volontà di un adeguamento della tradizionale impostazione controriformista a quei canoni allora comunemente noti come alla moderna. [Testo dell'editore]

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