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"Come ho potuto essere così stupido?" : l'impoverimento simbolico e la questione degli ideali

2023 - Franco Angeli

53-75 p.

  • L'interesse originario per i simboli sviluppato da Freud e dai suoi primi colleghi finì per essere sostituito dall'interesse per la funzione simbolica della mente. Più tardi ancora, l'enfasi fu spostata sulla questione della simbolizzazione come processo. L'impoverimento simbolico è una specifica inibizione intellettuale, in cui non si è raggiunta l'integrazione e la sintesi del pensiero. Il concetto, parte del normale sviluppo, trasmette sia le vicissitudini dell'immaginazione e dell'intelligenza umana, sia loro potenziali successi e fallimenti. Si sostiene che diverse forme di stupidità facciano sempre parte di questo processo. Possiamo essere abbastanza certi che, prima o poi, ognuno di noi abbia detto: "Come ho potuto essere così stupido?".
  • Per lo più posta per scherzo, questa domanda dovrebbe essere considerata seriamente e in maniera umile, rivolta tanto a me stesso quanto agli altri. In un certo senso, rappresenta una confessione ge-nuina, un riconoscimento della stupidità di cui tutti siamo consapevoli, di cui tutti soffriamo. Appartiene a un continuum, paragonabile a quello che accettiamo in psicoanalisi come tra nevrosi e perversione, sanità mentale e follia, maturità e immaturità. La stupidità esiste, che ci piaccia o no, in intensità diverse e individui diversi. Essere intelligenti o competenti non la preclude. [Testo dell'editore].
  • The original interest in symbols developed by Freud and his early colleagues came to be superseded by the interest in the symbolic function of the mind. Later still, the emphasis was displaced to the question of symbolization as a process. Symbolic impoverishment is a specific intellectual inhibition, where integration and synthesis of thought have not been achieved. Part of normal development, the concept conveys the vicissitudes of human imagination and intelligence, their potential successes and failures.
  • It is argued that different forms of stupidity are always part of this process. We can be fairly certain that everyone has lamented, sooner or later, "How could I have been so stupid?" Mostly asked in jest, this should be considered seriously, as a humbling question, addressed as much to myself as to others. At some level, it represents a genuine confession, an acknowledgement of the stupidity of which we are all aware, from which we all suffer. It belongs to a continuum, comparable to what we accept in psychoanalysis as the ones between neurosis and perversion, sanity and madness, maturity and immaturity. Stupidity exists, whether we like it or not, in different intensities in different individuals. Being intelligent or knowledgeable does not preclude it. [Publisher's text].

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Psicoanalisi : rivista dell'Associazione Italiana di Psicoanalisi : 27, 1, 2023