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Processo a Crocco : generale dei briganti

2022 - Capone

143 p.

  • Potenza, Corte d'Assise, 1872: si celebra il processo a Crocco, generale dei briganti. Può essere il processo al brigantaggio tutto, ai suoi mandanti e alle cause che lo generarono; si può, insomma, cominciare a fare finalmente piena luce su un decennio di lotte e passioni, di torbide manovre e di inconfessati giochi anche internazionali che hanno insanguinato l'alba della Nuova Italia. Sarà così? L'impressione che si ricava scorrendo l'intero fascicolo processuale e, soprattutto, la puntigliosa e obiettiva cronaca a stampa del Risorgimento Lucano è quella di un processo monco, mirante unicamente a chiudere il prima possibile un periodo controverso della nostra difficile unificazione, un periodo da cui liberarsene rimuovendolo dalla memoria collettiva della Nazione. È il primo di una lunga (e, ancora oggi non esaurita) sequela di "processi eccellenti" nei quali la parola d'ordine è "nascondere la polvere sotto il tappeto".
  • Carmine Crocco, Donatelli, pastore di Rionero (Rionero in Vulture, 1830 - Portoferraio,1905) legò il suo nome al "grande brigantaggio" che infiammò le terre meridionali nel decennio 1860-1870. Ardimentoso quanto pochi e dotato di acume e perizia militari non comuni, tenne a lungo in scacco le forze regolari dell'esercito italiano, combattendo in campo aperto, applicando raffinate tecniche di guerriglia: al suo seguito centinaia di contadini invasero paesi e villaggi, depredando, incendiando e consumando vendette; conquistato sul campo il titolo di "generale dei briganti", rappresentò - allo stesso tempo - le speranze dei cafoni e i timori delle classi egemoni. Finì, malinconicamente, i suoi giorni in un bagno penale, entrando nella cronaca criminale per alcuni e nella leggenda eroica per altri.
  • Il resoconto a stampa del processo a cura del Risorgimento Lucano ce lo restituisce in tutta la sua controversa e contraddittoria umanità, cogliendone reazioni e sentimenti: un documento unico nel suo genere che riconsegna corpo e sangue vivi a un personaggio che, segnando un'epoca, sconfinò nel mito. [Testo dell'editore]