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Essere principe e condottiero. Osservazioni sulla guerra e la politica nell'Italia rinascimentale

2020 - Franco Angeli

319-343 p.

  • I numerosi casi di condottieri principi e principi condottieri nell'Italia del Rinascimento mostrano come all'epoca la concentrazione in un solo individuo del comando in guerra e del comando dello Stato fosse percepita come legittima. Questa situazione è stata fatta oggetto di interpretazioni famose, in particolare da parte di Machiavelli, e fondatrici di un quadro interpretativo consolidato. Questo lavoro ha l'obiettivo di precisare la cronologia e la geografia del fenomeno, ma anche di dar conto della grande diversità di casi sia in termini di progetti politici (non tutti i condottieri erano ossessionati dall'"instatarsi", ossia dall'approdo all'esercizio di un potere signorile stabile), sia in termini di modalità dell'accesso al principato e/o dell'attività militare da condottieri.
  • La riflessione punta infine sulle relazioni tra "guerra" e "Stato": la cultura politica rinascimentale accettava la mobilità geografica e sociale dei governanti e consentiva a soggetti politici non statali e addirittura non territoriali di svolgere attività che sarebbero diventate monopolio degli Stati. [Testo dell'editore].
  • The many examples of condottieri princes and of princes condottieri in Renaissance Italy show that in that period military and civil command could be combined in a single individual, a situation that has been the subject of famous interpretations (in particular by Machiavelli) that provide a powerful and enduring framework for the study of the phenomenon. This essay strives to investigate its chronology and geography. It also underscores the great diversity of the political projects of those men (not all condottieri were obsessed with becoming lords of a stable state) and their patterns of access to princedom and military activity. Finally, this paper reconsiders the relations between "war" and "state" by observing critical features of Renaissance political culture, which admitted the geographical and social mobility of political leaders and allowed political subjects even outside the state and its territory to perform activities that are now monopolized by the state. [Publisher's text].

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Società e storia : 168, 2, 2020