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Il cimitero ebraico di Cento negli epitaffi e nei registri delle Confraternite : [a cura di] Mauro Perani ; con la collaborazione di Silvia Samorì ; e contributi di Laura Bonifacio, Saverio Campanini, Daniel Carpi e Andrea Lattes

2016 - Giuntina

301 p. : ill. (some col.).

  • Continuando la collana del Corpus Epitaphiorun Ebraicorum Italiae, fondata nel 2008 allo scopo di preservare i testi degli epitaffi ebraici d'Italia, questo volume, il quinto, è dedicato al Cimitero ebraico di Cento. Il primo riferimento ad una presenza ebraica a Cento è del 21 novembre 1390, quando il prestatore ebreo Manuele di Gaudio da Roma, compare per un debito da assolvere e, nel 1393 come possessore di un terreno fuori Porta Pieve. Tuttavia, le prime notizie riguardanti il cimitero di Cento risalgono al 29 novembre 1689 quando l'Università degli Ebrei di Cento acquista un terreno, fuori Porta Pieve, da destinare a luogo di sepoltura, che effettivamente iniziò a funzionare dal 15 novembre 1690, per la sepoltura di Flaminia moglie di Mosè Modona, ad oggi. Ciò si rese necessario perché il precedente cimitero di Pieve di Cento, primo e più antico insediamento degli Israeliti nelle due città adiacenti in cui si seppellivano sia gli ebrei di Pieve sia quelli di Cento, era ormai del tutto saturo. A causa
  • una grave esondazione del fiume Reno, occorsa il 19 novembre 1812, e al conseguente allagamento del cimitero, i massari della comunità si videro costretti a costituire accanto a quello devastato un nuovo cimitero, che entra in funzione a partire dal 1818 e che nel corso dell'Ottocento subì alcuni allargamenti. Grazie al reperimento del microfilm – non si sa dove sia finito l'originale – del manoscritto contenente gli Atti di morte e di sepoltura degli ebrei di Cento dal 1698 al 1817, oltre agli Statuti e ai verbali delle tre confraternite del Talmud Torah, Gemilut ḥasadim e dei Meqabberim o Seppellitori – confluite in una sola per poter adempiere in maniera adeguata ai sacri doveri delle sepolture e dei riti funerari – per il periodo che va dal 1690 al 1792, conservato a Gerusalemme presso i Central Archives for the History of the Jewish People, siamo in grado di gettare nuova luce su questo aspetto della vita ebraica a Cento fra Tardo Sei e Ottocento. Nel volume, oltre a pubblicare tutte le iscrizioni
  • funerarie delle oltre 100 lapidi sopravvissute e di alcuni frammenti, si pubblica la trascrizione integrale di tutti i documenti prodotti dalle Confraternite menzionate, trascritti nel faticoso italiano del tardo XVII e XVIII secolo. Si tratta di una delle preziose fonti ad intra del mondo ebraico che, finalmente, si è iniziato a studiare, essendo state nei decenni passati ampiamente prevalenti quelle ad extra prodotte dal mondo della maggioranza cristiana sugli ebrei. Dopo una ricca appendice iconografica a colori e in bianco e nero, nell'ultima parte un'appendice è dedicata a tre illustri personaggi che hanno reso nota nel mondo la comunità ebraica di Cento, o per esserci vissuti, o per essere stati tumulati nel suo cimitero. Si tratta del Rabbino cabbalista ferrarese Refa'el Immanu'el Ḥay ben Avraham Ricchi, assassinato nel 1743 vicino a Cento e sepolto nel locale cimitero, dopo una vita errabonda che lo portò in Terra d'Israele e in molti altri paesi; Graziadio Ḥananel Neppi, pure ferrarese, che fu
  • Cento nell'ultima parte della sua vita, famoso per la sua opera biobibliografica sui Rabbini e studiosi ebrei d'Italia Zeker Ṣaddiqim li-vrakah ossia "Il ricordo dei giusti sia in benedizione", ripresa e stampata da Mordekai Girondi a Trieste nel 1853 assieme a suoi studi col titolo Toledot gedole Yiśra'el u-ge'one Yialyah o "Storia dei grandi di Israele e dei saggi d'I-talia"; infine, di Benjamin Disraeli, la cui famiglia aveva le sue radici a Cento. Mauro Perani è Professore Ordinario di Ebraico presso l'Università di Bologna, nel Dipartimento di Beni Culturali che ha sede a Ravenna, dove, oltre alla lingua e alla cultura ebraica, insegna anche codicologia e paleografia ebraica. Presidente della European Association for Jewish Studies negli anni 2006-2010 (www.eurojewishstudies.org) è attualmente Presidente dell'Associazione Italiana per lo Stu-dio del Giudaismo (www.aisg.it). Dal 1984 lavora al "Progetto Genizah italiana" in collaborazione con la Israel Academy of Sciences and Humanities, la National
  • Library of Israel e la Hebrew University di Gerusalemme che nel giugno del 2013 gli ha conferito il Dottorato honoris causa. Si occupa di mano-scritti ebraici, in particolare di quelli medievali riusati come legature e della storia degli ebrei italiani alla luce dei loro registri comunitari, oltre ad altri aspetti della cultura ebraica. Coordinatore di un Dottorato in Studi ebraici, ha fondato e dirige la presente collana Corpus Epitaphiorum Hebraicorum Italiae. Di-rige dal 1999 la rivista Materia giudaica e le collane dell'AISG Quaderni di Materia giudaica e Testi e studi, pubblicati da Giuntina, ed è cofondatore e membro dello Scientific Board della collana European Genizah: Texts and Studies, Brill, Leiden & Boston. Ha pubblicato decine di monografie e centinaia di articoli su temi relativi all'ebraismo. La sua biografia e le sue pubblicazioni sono consultabili nel sito: https://www.unibo.it/sitoweb/mauro.perani/pubblicazioni?tab=altre. Silvia Samorì ha studiato presso la Facoltà di Conservazione dei Beni.
  • Culturali dell'Università di Bo-logna, con sede a Ravenna, laureandosi nell'a.a. 2002-2003 con una tesi sul Cimitero ebraico di Cento. [Testo dell'editore].
  • Cento, near Ferrara (Emilia-Romagna).