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Exit tragedy : pensare che volevamo la pace per l'Afghanistan

2021 - LoGisma

128 p. : ill.

  • L'Afghanistan oggi è tornato nella morsa del buio talebano. Le donne sono le prime vittime, ripiombate nel terrore, sottomesse, isolate, trucidate. Dopo venti anni di guerra, sostenuta dalla coalizione internazionale fin dal 20 dicembre 2001, a seguito della decisione del Consiglio di sicurezza dell'ONU, i Paesi occidentali si sono ritirati, chi più chi meno, con la coda fra le gambe, prendendo atto di un colossale fallimento. La libertà e i diritti umani che già l'Afghanistan aveva conosciuto ai tempi del re Mohammed Zahir Shah, sembrano oggi ancora più lontani di quanto non siano mai stati prima. Il "paese degli aquiloni" non è libero. Mussa e Papagni ci testimoniano di numerose missioni e incontri giornalistici a fianco delle forze armate italiane fino a pochi mesi fa.
  • Quando ancora sembrava che l'Exit Strategy, programmata dalla Nato già dal 2012, potesse lasciare il Paese libero e ristrutturato. Invece il repentino abbandono ha abbandonato la popolazione e le sue forze armate impreparate ad affrontare in autonomia qualsiasi situazione di governo e di sicurezza. Anche l'Italia ha dovuto lasciare la terra afghana, ma non in fuga. Quella italiana è stata un'uscita forzata ma gestita con professionalità, organizzando la fuga di migliaia di collaboratori afghani in tempi brevissimi, sotto l'imperioso diktat dei talebani che avevano dato precise scadenze. Dedichiamo queste pagine alla memoria di coloro che hanno dato la vita in questi venti anni di guerra e a tutte le donne afghane. [Testo dell'editore]